Nell’azione di attivare il download di contenuti software coperti da copyright, si può incorrere non solo in diverse sanzioni economiche, ma anche in alcune fattispecie penali.
Condotte che si è portati a compiere quotidianamente in realtà posso integrare più di un reato penale.
Si pensi al semplice ‘streaming’ che, se tradotto in una condivisione diffusa di dati, può portare a violare la legge sul diritto d’autore, oppure all’utilizzo di Smart Card non originali per visionare piattaforme di contenuti a pagamento, che può anche tradursi in violazioni del codice penale.
Tali condotte sostanzialmente portano ad integrare, a seconda dei casi specifici, alcuni reati principali: Diffusione abusiva di contenuti etc.. previsti dagli art. 171 e segg. della legge 633 del 1941, Ricettazione, previsto dall’art. 648 cp, Truffa, previsto dall’art. 640 cp e Falso, previsto dagli artt. 476 cp e segg.
Nel caso in cui si dovesse ‘inciampare’ in una di queste condotte, le linee di difesa sarebbero molteplici. Si potrebbe immaginare di dimostrare la buona fede nell’acquisto o di essere stati a propria volta raggirati. Si potrebbe anche ricorrere a dei riti alternativi che il nuovo processo penale consente. Tramite questi riti si potrebbe persino arrivare all’estinzione del reato e quindi alla cancellazione di tutto quanto eventualmente commesso, tramite il pagamento di una somma economica.
Ad ogni modo risulta importante non sottovalutare tale tipo di comportamento e adeguarsi a rispettare le normative vigenti.